Sono Eleonora Garofalo e sono una psicologa abilitata all’Università “La Sapienza” di Roma.
Nello spazio di questo blog vorrei soffermarmi periodicamente, su delle tematiche profonde
e un po’ psicologiche tramite alcuni articoli che verranno pubblicati di tanto in tanto.
Quello di oggi è un modo per riflettere insieme a voi sul significato della parola amicizia, che al giorno d’oggi indica qualcosa che non è affatto scontata.
Mai infatti, come in questi anni di social network, siamo arrivati a sentirci tanto soli, e a lamentarci di non riuscire a trovare veri amici con cui condividere esperienze belle e brutte della vita in maniera autentica e reale.
Il termine amicizia è molto inflazionato, se pensiamo ad esempio a Facebook, in cui nel proprio profilo ognuno di noi aggiunge continuamente nuovi amici, possibilmente appena conosciuti, alla propria rete di contatti.
I rapporti tra persone sono, così, diventati qualcosa di non legato al tempo necessario perché
si creino legami profondi, che si fortificano nella conoscenza duratura, nei litigi e chiarimenti,
nei momenti di spensieratezza e di lealtà reciproca, ma peccano invece a volte di banalità.
Non demonizzerei i social network che potrebbero avere come lato positivo quello della
possibilità di maggiore condivisione di momenti della propria vita e del proprio pensiero, ma
soffermerei la mia attenzione sul processo di disumanizzazione che sta coinvolgendo la
società di oggi, e che non dà la possibilità alle persone di avere uno spazio di vita vera e
serena.
Innanzi tutto le famiglie, i ragazzi, i genitori, sono sottoposti a stress a causa dei troppi impegni
strutturati, con la conseguenza che si conosce moltissima gente ma non si ha il tempo di coinvolgersi in rapporti con queste persone.
Inoltre, bambini e ragazzi trascorrono gran parte del loro tempo libero in casa giocando con videogiochi o guardando contenuti digitali, che comunque non ti mettono in relazione con gli altri. Ma, indipendentemente da questi aspetti che possono sembrare banali e riferirsi ad analisi già fatte e scontate, quello che viene a mancare è la capacità di “esserci” per le persone.
La gente è così concentrata sui propri problemi, sulle proprie infinite faccende, che a volte non ha il tempo o non vuole interessarsi alle difficoltà degli altri, forse perché se ne ha già troppe di proprie, tra la crisi lavorativa, per cui si è sottoposti ad orari di lavoro che non ti permettono di avere molti spazi di vita familiare o amicale, e difficoltà di ogni genere.
Probabilmente è questo che fa tendere le persone amantenersi su un piano superficiale in amicizia, interessandosi solo al lato spensierato di questa, senza avere la capacità di esserci nei momenti anche negativi che ognuno vive normalmente nella vita.
Un’amicizia vera, così come l’amore, si costruiscono con l’esserci nel bene e nel male del cammino di una persona. È questo che rende un rapporto vero e soddisfacente.
Ricordiamoci che senza amicizie vere la vita non è piacevole come vorremmo che fosse.
Non si può basare tutta solo sul proprio piccolo e ristretto nucleo familiare.
A volte si ha il bisogno di spaziare e di potersi concedere un buon momento di sfogo con un amico sincero che ti comprenda e ti ascolti.
Tutto questo sarebbe più facile se si cessasse con i pettegolezzi e si desse più spazio ai chiarimenti e alla lealtà in amicizia, perché spesso la tendenza è quella di parlare male con altri delle proprie conoscenze invece di avere un confronto diretto e sincero con la persona interessata.
Si auspica che tutto questo avvenga perché vi assicuro che vivere delle buone amicizie è
molto più appagante di una vita solo per se stessi.

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